Chicza, il chewing gum che racconta la storia della foresta Maya
7 Settembre 2024I chicleros, i Guardiani della Foresta, i raccoglitori locali del chicle. Un lavoro duro e pericoloso quello che svolgono e che si trasmette di generazione in generazione.
È la stagione delle piogge quella in cui viene raccolto il chicle, gli alberi sono ben idratati e tutta la zona pullula di zanzare.
Il chiclero sceglie l’albero; lo osserva, ne taglia un pezzo di corteccia, lo tocca e decide. Una corda legata intorno alla vita e che circonda anche il tronco, stivali di gomma con i ganci per sostenere il suo peso e machete sono i pochi ed unici strumenti che gli servono.
Inizia ad arrampicarsi e dalla base del tronco, che può avere un diametro superiore a un metro, il chiclero inizia a praticare delle incisioni a zigzag sulla corteccia dell’albero, che può arrivare ai 30 metri di altezza, e dalle quali scenderà il lattice.
Goccia dopo goccia, il lattice riempie le sacche di henequén, particolari sacche formate dalle foglie della pianta di Agave che il chiclero lega all’inizio alla base dell’albero e sigilla con cera d’api.
Affascinante il suo lavoro, unico e quasi intimo il rapporto del chiclero con l’albero Sapodilla, produttivo solo nel suo ambiente naturale. La vita del chiclero è la prova che l’uomo e la natura possono coesistere, interagire.
Per questo i chicleros sono i Guardiani della Foresta: proteggono la foresta pluviale. Ma non è sempre stato così. La storia della foresta Maya è cambiata solo intorno agli anni 30.